Le pastiglie freno di una Mountain Bike è un componente importantissimo intorno al quale però girano leggende metropolitane di ogni tipo e le differenze di costo tra un modello e l’altro inducono spesso il cliente ad effettuare scelte errate che non si addicono ne al proprio mezzo ne al proprio stile di guida..
Facciamo un pò di chiarezza.
Innanzitutto le pastiglie freno di una MTB si compongono in genere da 4 pezzi
- 2 pezzi costituiscono la pastiglia interna ed esterna (Identiche)
- La molletta (che ha lo scopo di allontanare le pastiglie dal disco in rilascio del freno)
- E la clip (o in alternativa il perno a vite) che ha lo scopo di tenere al loro posto sulla pinza freno tutti i componenti
La pastiglia è costituita da una parte esterna detta Placca Metallica e da una parte interna detta Ferodo. Durante il montaggio il ferodo deve essere rivolto verso il disco ed è proprio la frizione del ferodo/disco a garantire la forza frenante.
Esistono una gran quantità di tipologie di pastiglie freno (spesso molto simili tra loro) quindi il primo passo da effettuare è individuare quelle adatte per forma e dimensione al vostro impianto frenante.
Uno degli errori più comuni è quello di confondere il materiale con il quale è realizzata la piastra di supporto con il materiale del ferodo.
Le piastre di supporto possono essere realizzate in:
- Materiale ceramico
- Alluminio/titanio
- In acciaio
Mentre in materiale del ferodo può essere del tipo:
- Organico (resina)
- Sinterizzato
- Semi-metallico
LA PIASTRA DI SUPPORTO
La piastra di supporto non contribuisce in nessun modo alla potenza frenante, la differenza tra un materiale e l’altro è dato dal fatto che:
- il materiale ceramico isola il ferodo dal pistone della pinza e quindi dovrebbe contribuire a non trasferire calore all’impianto,
- l’alluminio/titanio di solito è più leggero e cumunque ha buone caratteristiche di dissipazione del calore.
- il supporto in acciaio è quello che più economico che comunemente viene utilizzato.
Esistono anche delle piastre di supposto con un dissipatore termico che anche in questo caso dovrebbe contribuire a raffreddare il sistema. Vengono prodotti da varie marche ma sul campo non abbiamo mai riscontrato delle notevoli differenze e vantaggi rispetto ai sistemi tradizionali.
LA MESCOLA DEL FERODO
In linea di massima esistono in commercio 3 tipi di mescole con le quali viene realizzato il ferodo
- Organico (resina)
- Sinterizzato
- Semi-metallico
Ogni azienda e casa produttrice ha la propria formula magica, e non è detto che una pastiglia ad esempio sinterizzata prodotta da una azienda si comporti come quella della stessa tipologia prodotta da un’altra.
La prima verifica da effettuare però è se i dischi freno che abbiamo in dotazione sulla nostra MTB sono adatti ad ospitare ogni tipo di pastiglie. I dischi in foto ad esempio hanno impressa la dicitura “Resin Pad Only”.
PASTIGLIE ORGANICHE
Il ferodo è molto tenero e generalmente composto da materiali contenente molta resina, ma anche trucioli di metallo, gomme naturali, kevlar e polimeri vari.
Generalmente il ferodo a vista è di colore nero o grigio scuro.
La mescola è considerata “morbida” e presenta le seguenti caratteristiche:
- Si usura molto velocemente
- La frenata è subito potente, non ha bisogno di entrare in temperatura
- Frenata molto modulare e precisa
- Ottima sul bagnato
- Consuma poco i dischi dei freni
- Innalzano con facilità le temperatura dell’impianto frenante
Questa pastiglia presenta però un problema. Sotto la pressione costante e prolungata (causa anche l’innalzamento delle temperature) la mescola del ferodo può danneggiarsi mutando le proprie caratteristiche secondo le seguenti casistiche:
- si vetrifica – il ferodo diventa lucido a vista e più duro, perde le proprie caratteristiche frenanti (frena molto meno), consuma molto di più il disco e si surriscalda ancora più velocemente
- decade – il ferodo non vetrifica ma accelera in modo esponenziale il proprio consumo mantenendo però le proprie caratteristiche fino alla fine della propria vita utile
PASTIGLIE SINTERIZZATE
Il ferodo viene realizzato tramite un processo di sinterizzazione (calore e forte pressione) e contiene una buona parte di metalli ma anche resine e polimeri.
La mescola è in gergo chiamata “di tipo medio” generalmente più dura di una organica ma più morbida di una semi-metallica e presenta le seguenti caratteristiche:
- Discreta durata nel tempo
- Consumo del disco trascurabile
- La frenata è subito buona, tuttavia ha bisogno di entrare in temperatura per generare la massima potenza frenante
- Buona frenata anche sul bagnato
- Buon coefficiente di dissipazione del calore, non innalzano con facilità le temperatura dell’impianto frenante
PASTIGLIE SEMI-METALLICHE
Anche in questo caso il ferodo viene realizzato tramite un processo di sinterizzazione (calore e forte pressione); la mescola però contiene una elevata percentuale di metalli quali acciaio, grafite, rame ma anche resine.
La parte di resina è sempre necessaria nella mescola per assicurare una sufficiente potenza frenante a freddo.
Una pastiglia di sole particelle metalliche mangerebbe troppo rapidamente il disco e risulterebbe inutilizzabile a freddo.
Le principali caratteristiche sono:
- Ottima durata nel tempo
- Ottima resistenza al surriscaldamento
- A freddo le pastiglie non garantiscono buon feeling. Hanno bisogno di entrare in temperatura
- Possibile rumorosità a freddo
- Il disco freno si consuma rapidamente
- La frenata alle basse temperature non è mai così potente come quella sviluppata dalle pastiglie organiche
- Generalmente non vetrificano
QUALI PASTIGLIE SCEGLIERE?
Ora che abbiamo capito bene di cosa stiamo parlando facciamo il punto. Quali pastiglie sono più adatte alle nostre esigenze? Quali criteri usare per la scelta?.
IL COSTO – Sicuramente uno dei criteri da non utilizzare per la scelta è il costo. Le pastiglie organiche generalmente costano meno ma quelle semimetalliche durano di più.. Alla fine il costo più o meno si equivale.
LA TIPOLOGIA DEI PERCORSI E LA DISCIPLINA PRATICATA – Le pastiglie organiche danno il meglio di se su percorsi da Cross Country o marathon dove l’impianto va spesso in pausa tra una frenata e l’altra e quindi ha modo di raffreddarsi. Le semi-metalliche raggiungono con maggior difficoltà le alte temperature e sono quindi più indicate su discese lunghe, ripide e continue dove si hanno i freni in mano anche per minuti.
LE CARATTERISTICHE FISICHE DEL RIDER – Il peso del rider è fondamentale. Un rider pesante ha molte più possibilità di surriscaldare l’impianto frenante e quindi dovrà optare già di partenza verso le sinterizzate o semi-metalliche.
LO STILE DI GUIDA – Lo stile di guida, l’esperienza e le capacità del rider sono elemento fondamentale per effettuare una corretta scelta. Vi sono rider (generalmente con meno esperienza) che si attaccano ai freni dall’inizio della discesa fino alla fine e spesso con percentuali di carico frenante sbilanciate verso il posteriore (tanto freno dietro e poco davanti). In questo caso la scelta del materiale semi-metallico è d’obbligo.Alcuni differenziano anche le mescole (semi-metallico al posteriore e organico all’anteriore) ma onestamente tale scelta la consiglierei solo a chi “la discesa l’ha imboccata per sbaglio” e si attacca al freno posteriore temendo di morire se sfiora quello davanti.I rider invece più temerari e con più esperienza hanno uno stile di guida molto diverso, spesso sbilanciato con frenata all’anteriore con decelerazioni più violente ma anche intervallate da lunghe pause tra una frenata e l’altra.
Per questi rider è preferibile optare tra organico e sinterizzato.
Ricordatevi sempre che comunque che, come detto in premessa, ogni azienda e casa produttrice ha la propria formula magica, questo post è solo per fare chiarezza, l’esperienza e le prove sul campo sapranno indicarvi la strada.
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